KANT IL PROBLEMA ESTETICO NELLA CRITICA DEL GIUDIZIO

 

IL PROBLEMA ESTETICO NELLA CRITICA DEL GIUDIZIO

Kant nella Critica del giudizio analizza:
la FACOLTA’ del SENTIMENTO (facoltà del giudizio)

che si basa sui giudizi riflettenti:

che non sono i giudizi dell’intelletto (attraverso le categorie dell’intelletto arrivo a conoscere gli oggetti (come fenomeni ) e quindi sono determinati,

ma i giudizi che si limitano a riflettere sull’oggetto già conosciuto: a loro volta si dividono in:

- giudizi estetici: il sentimento che mi suscita l’oggetto se mi da piacere o no (non rifletto sul contenuto o significato)

- giudizi teologici: guardo al fine interno agli oggetti stessi.

Kant nella Critica del giudizio afferma che :

1) il GIUDIZIO ESTETICO nasce dal sentimento ( di piacere o dispiacere)

può essere:

- contemplativo e disinteressato: valutare se un oggetto suscita o meno un piacere

- universale : in tutti gli uomini esiste un senso comune , che unisce l’immagine della cosa alle nostre esigenze di unità e finalità, per cui la bellezza non è nelle cose ma nel soggetto che le percepisce.

2) Il giudizio estetico oltre al bello, ha per oggetto il SUBLIME.

il SUBLIME è il sentimento dell’illimitato che provoca un “piacevole orrore” di fronte ad uno spettacolo della natura, che affascina e inquieta allo stesso tempo.

si distingue in:

- sublime matematico: ha per oggetto la grandezza della natura (es. immensità del mare)

- sublime dinamico: ha per oggetto la potenza della natura (es. effetto della tempesta)

3) il GIUDIZIO TELEOLOGICO

deriva dal bisogno dell’uomo di assegnare un fine alla natura,

l’uomo si chiede “che scopo ha?” es: se osservo l’occhio non comprendo le varie parti dell’occhio ma se rifletto sul fatto che esse servono per vedere, allora l’occhio acquista significato.

Per Kant la conoscenza degli esseri viventi non può essere solo quella scientifica, ma per comprenderli davvero bisogna collegarli ad un disegno di Dio ad un’intenzione creatrice che il ha prodotti in vista del benessere dell’uomo .

Quindi il giudizio teologico non ha un valore scientifico (conoscenza oggettiva), ma solo regolativo : riflette il modo soggettivo di rappresentare la realtà.



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